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Dienstag, 19. Oktober 2010

PRESENTAZIONE DI OPERE DI PITTORI ITALIANI ISPIRATE DAL ROMANZO DI I. CALVINO “LE CITTÀ INVISIBILI”


Chiara Santucci Ganzert

nel Consolato Generale d´Italia di Hannover (19 ottobre 2010)
Sono molto lieta che il Consolato Generale di Hannover abbia organizzato questa
presentazione, offrendo così l´occasione di mostrare ancora una volta le opere di
questi artisti, sia perchè esse davvero lo meritano, sia perchè sono state ispirate da
uno dei libri più belli e interessanti di Italo Calvino: “Le città invisibili”. La mostra
completa aveva già avuto luogo nella primavera scorsa in occasione del Festival
della Filosofia tenutosi ad Hannover, avvalendosi della partecipazione di artisti di
varie nazionalità; oggi presenteremo invece esclusivamente “opere italiane”, in
compenso però qualcuna in più rispetto a quelle esposte in aprile-maggio nella
Galleria Gallo Nero di Hannover.

Sonntag, 10. Oktober 2010

Ad Hannover Riunione dei Consiglieri per l’integrazione


 Da sinistra: Scigliano,Catinga Mailu e l’iracheno Rosgar

Il 20 di ottobre 2010, alle ore 17,00, su invito del Sindaco di Hannover si è riunito il Consiglio per
l’integrazione presso il Freizeitheim vahrenwald.
I responsabili di quartiere per l’integrazione hanno messo a conoscenza i presenti (Circa 200)
delle loro iniziative.
Durante il dibattito, che è seguito alla conclusione della manifestazione, il Presidente del
Comites di Hannover Dott. Giuseppe Scigliano (è anche consigliere per l’integrazione del
Comune di Hannover) nel suo intervento, ha nuovamente accentuato il suo discorso sulla
scarsità di leggi emanate dal Parlamento tedesco miranti a facilitare l’integrazione,
specialmente quelle per riformare gli asili e le scuole.
Egli ha fatto rilevare che il 13,35 dei ragazzi con passato migratorio interrompe la scuola
senza avere quindi nessuna possibilità nel mondo del lavoro mentre per i ragazzi di origine
tedesca la percentuale scende a quasi la metà. Per quanto concerne il tipo di scuole che
frequentano, altrettante negative le statistiche riguardanti il resto dei bambini se messi a
confronto dei loro coetanei tedeschi. Egli ha fatto risalire il motivo di questo insuccesso
quindi soprattutto alla scarsa legiferazione da parte del Parlamento tedesco in materia.
Secondo lui non passa inosservato che il 12,4% dei disoccupati ha un passato migratorio
mentre per i cittadini tedeschi la percentuale scende al 6,5%. È paradossale che il Governo
tedesco parli di integrare i suoi 16 milioni di cittadini con passato migratorio e poi si trovano
su tutto il territorio tantissime difficoltà per il riconoscimento dei titoli di studio conseguiti
fuori dalla Germania. È scandaloso che da un lato ci siano in Germania più di tre milioni di
disoccupati e dall’altro le imprese cerchino 400 mila lavoratori qualificati senza essere
ascoltati dai politici che creano tantissimi cavilli per tenere le frontiere chiuse a chi avrebbe i
titoli necessari fuori dai confini della Germania .
È assurdo poi che si parli di integrazione e poi non vengano rimossi gli ostacoli che la
impediscono. Egli ha messo in evidenza che sono stati realizzati molto spesso costosissimi
progetti, conferenze, seminari, volantini, manifesti, studi, ricerche, premi e tanto altro ancora
per legittimare solo chi li ha deliberati e chi ha gestito gli interventi.
Secondo Scigliano alla basse è arrivato pochissimo: si è solo parlato dei cittadini residenti in
Germania con passato migratorio senza influire in modo determinante sul loro destino rispetto
al passato. La gente non può integrarsi da sola.
Ha fatto notare ancora che i corsi di integrazione servono ma non bastano per risolvere il
problema. Spesso sono solo un alibi per chi cerca di guardare altrove.
Altro punto messo in evidenza nel suo intervento, è stato quello delle spese che sempre più
spesso il Governo fa cadere sui Comuni. Questi ultimi soprattutto sono costretti, per
questioni di bilancio, a tagliare proprio sui servizi che servono a facilitare l’integrazione (
centri giovanili,piscine comunali, etc.).
Scigliano ha evidenziato che il termine integrazione non passa più con i tempi, ne tantomeno
rende l’idea dell’interculturalità che esiste in Germania. Più consoni sarebbero i termini
Inclusione o esclusione. Questo piccolo particolare renderebbe ancora più evidente la
problematica e di conseguenza l’urgenza di varare al più presto leggi appropriate.
Il Presidente del Comites di Hannover ha chiuso il suo intervento lanciando un appello a tutti
coloro che militano nei partiti: è ora di essere meno demagogici e più concreti